Zittire le vocine: ragioni e soluzioni al drop-out sportivo
“Non ho tempo.”
È la scusa più diffusa quando si parla di abbandono dello sport tra i giovani. Scuola, lavoro, impegni e vita sociale sembrano lasciare poco spazio per l’attività fisica. Ma spesso, dietro questa scelta, si nasconde molto di più.
Ansia da prestazione, paragoni costanti, timore di non essere all’altezza, stanchezza mentale: sono tutte emozioni che trasformano l’allenamento da momento di benessere a fonte di stress. È così che si arriva al drop-out sportivo, quel fenomeno che porta tante persone a smettere di praticare sport, anche se l’attività fisica era una parte importante della loro vita.
Secondo la ricerca che abbiamo condotto con Ipsos sui giovani e lo sport, intervistando ragazzi e ragazze dai 18 ai 35 anni, 1 su 2 rischia di abbandonare lo sport a causa di fragilità emotive e blocchi mentali.
Non è quindi solo una questione di tempo o organizzazione, ma anche di benessere interiore che viene in qualche modo compromesso.
Ti senti anche tu in questa situazione? Con questo articolo vogliamo spiegarti le possibili ragioni dietro il modo in cui ti senti, le strategie per superarle e i modi per tornare a vivere serenamente lo sport.
Gli sport più praticati in Italia e cosa ci insegnano
I dati Ipsos mostrano che tra gli sport più praticati in Italia spiccano palestra, yoga e pilates (31%), corsa e camminata sportiva (20%). Seguono discipline tradizionali come calcio, nuoto e ciclismo.
Eppure, nessuna disciplina sportiva si salva dal rischio di drop-out. Il motivo? Non è lo sport da praticare a fare la differenza, ma il modo in cui lo si vive.
Lo sport giusto è quello che ti fa stare bene, che ti permette di trovare il tuo ritmo, la tua comunità, il tuo equilibrio.
E allora perché si fa così fatica a trovarlo?
L’abbandono nello sport: tra tempo e fragilità emotive
Per molti, praticare uno sport è sinonimo di impegno, costanza, disciplina.
Ma chi pratica uno sport sa anche che non è sempre facile tenere il passo, soprattutto quando il divertimento lascia spazio alla pressione. Le ragioni dell’abbandono sportivo sono molteplici. Secondo i dati Ipsos, solo il 38% dei giovani tra i 18 e i 35 anni pratica sport con continuità, mentre il 25% lo fa saltuariamente e ben il 21% non lo pratica affatto.
Per chi non pratica sport, le principali barriere a una pratica sportiva regolare sono:
- la mancanza di tempo (41%),
- la pigrizia (28%),
- i costi economici (27%),
- il disinteresse (22%).
Ma la barriera più insidiosa è quella interiore: il 70% dei giovani ammette di sentirsi spesso bloccato da pensieri ricorrenti come “Non sono abbastanza allenato”, “Non ce la farò mai”, “Chissà cosa pensano le altre persone di me”. Queste vocine interiori hanno un impatto enorme sulla motivazione e possono spingere a interrompere l’attività sportiva, anche quando la passione c’è.
Benefici dello sport: corpo, mente e relazioni
Eppure, lo sport è anche piacere: è energia, libertà, scoperta. È uno spazio in cui si cresce, si ride, si sbaglia. Non è solo performance, ma anche presenza. E questo vale per tutti i livelli, dai giovani atleti agli sportivi della domenica. I dati Ipsos lo confermano: il 95% dei giovani riconosce allo sport un impatto positivo e concreto sulla propria vita.
Tra i benefici dello sport più citati:
- la salute fisica (38%),
- la riduzione dello stress e la capacità di gestire l’ansia (29%),
- il mantenimento del peso forma (27%).
Lo sport diventa quindi un vero alleato della qualità della vita, capace di unire dimensione fisica, mentale e sociale.
Benefici dello sport sulla mente
Ritrovare il senso più autentico del movimento è la chiave per non perdersi per strada. In fondo, i benefici dello sport non si misurano solo con cronometri e punteggi, ma anche con sorrisi, relazioni, senso di appartenenza.
I benefici dello sport sulla mente sono fondamentali. Allenarsi significa:
- aumentare l’autostima,
- migliorare la gestione delle sconfitte,
- sviluppare resilienza,
- rafforzare la capacità di concentrazione.
Per i giovani, lo sport può essere un luogo simbolico in cui costruire fiducia in sé stessi, affrontare le paure e sperimentare la crescita personale.
Sport e inclusione: perché conta sentire di appartenere
L’inclusione sportiva non si misura solo con l’accesso agli impianti o alle attrezzature, ma soprattutto con la possibilità di sentirsi accolti e rappresentati. Non c'è inclusione nello sport senza empatia, ascolto e un ambiente dove contano le persone, non solo le prestazioni.
L’88% dei giovani considera lo sport un vero strumento di inclusione sociale. È una palestra non solo fisica, ma anche relazionale, capace di abbattere barriere e unire persone diverse.
Allenatori, compagni di squadra e persino i genitori hanno un ruolo chiave. La nostra ricerca con Ipsos ha infatti evidenziato che quando la madre è sportiva, il 47% dei figli pratica sport con continuità, contro il 43% se il modello sportivo è paterno. Quando entrambi i genitori hanno avuto una relazione attiva con lo sport, la probabilità sale al 49%.
Il messaggio è chiaro: l’inclusione nello sport si costruisce anche a partire dagli esempi e dal contesto in cui si cresce. Sia che tu abbia ricevuto una simile influenza o che tu abbia dato forma in autonomia alla tua voglia di sport, ecco alcuni consigli utili per ritrovare il potere trasformativo dello sport e riportarlo nella tua vita.
Quelle vocine interiori: come trasformarle in alleati
“Non ce la farò mai.”
“È meglio se lascio perdere.”
“Tutti sono più bravi di me.”
Le hai sentite anche tu nella testa, queste vocine? E hai ceduto a loro, almeno una volta? La buona notizia è che, come dimostrano i dati Ipsos, basta un piccolo incoraggiamento per ribaltare la situazione.
Prova a trasformare le vocine negative seguendo questi accorgimenti:
- Riscrivendole: “Non sono il migliore” diventa “Sto imparando, passo dopo passo.”
- Trovando alleati: compagni, allenatori, amici che ricordano che la forza non è solo fisica.
- Clebrando i piccoli successi: perché ogni progresso conta, non solo la vittoria finale.
Cambiare il tono di queste vocine è come cambiare passo in corsa: difficile all’inizio, ma capace di portarti molto più lontano.
“Ascolta solo la tua voglia di sport”: il nostro messaggio
Noi per primi ci siamo interrogati su cosa fare per essere al fianco dei ragazzi che sentono di volersi allontanare dallo sport, nonostante ne riconoscano i benefici.
Da queste riflessioni è nata “Ascolta solo la tua voglia di sport”, la nostra nuova campagna che dà voce a un tema troppo spesso ignorato: le insicurezze, i pensieri ricorrenti e le frustrazioni che spingono molte persone – soprattutto i più giovani – ad abbandonare lo sport.
Ma lo fa per stimolare un cambiamento. Un cambiamento che parte da dentro, e che punta a far riscoprire quella voglia di sport che vive in ogni atleta, a ogni livello.
Il cuore della campagna è un film manifesto che rappresenta la lotta interiore contro le insicurezze: quelle voci che cercano di frenare ogni passo, ma che possono essere trasformate in spinte motivazionali.
Sui social, il messaggio è stato amplificato grazie a creator e influencer che hanno raccontato le proprie sfide personali, trasformandole in occasioni di crescita e inclusione.
Conclusione
Ritrovare la tua voglia di fare movimento significa riattivare i benefici dello sport, sia fisici che mentali, e riscoprire il potere dell’inclusione nello sport.
Lo sport è prima di tutto uno spazio di libertà. Di possibilità. E di rispetto per ogni voce, anche per quella più incerta. E se quella vocina oggi ti dice “lascia perdere”, sappi che puoi cambiarle tono. Con le parole giuste, il contesto giusto e il partner giusto.
Noi siamo al tuo fianco per invitarti a riscoprire quello spazio di benessere e inclusione che solo lo sport sa offrire.
Riparti da te. Trova il tuo ritmo. E riscopri il piacere autentico dello sport.
Dai un ‘occhiata anche alle iniziative a cui abbiamo partecipato come la Deejay Ten e la Maratona di Roma.
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